Pippo Isgrò: Lettera aperta al Comandante dell’ Autorità Marittima dello Stretto di Messina.
A Messina è diffusa e consolidata la pratica dei rinnovi seriali di contratti a tempo determinato per impiegati nel settore marittimo delle compagnie navali pubbliche e private. Queste utilizzano in maniera sistematica pianificata il termine vincolante dei 60 giorni, (comma 3 – Art. 326 CdN) al fine di celare prestazioni lavorative continuate alle dipendenze dello stesso datore di lavoro, eludendo di fatto, l’applicazione delle norme sul contratto a termine previste dal Codice della navigazione e rendendo impossibili le assunzioni a tempo indeterminato. Il metodo è studiato al fine di aggirare il CCNL di categoria e di evitare vincoli di stabilizzazione dei lavoratori marittimi con il risultato di creare un esercito di precari obbligati a sottoscrivere una serie di contratti di lavoro a breve termine, per un periodo complessivo sempre inferiore ad un anno e successivamente “instradati verso la disoccupazione” [vedi link] a spese dell’INPS (leggasi collettività), prima di ricominciare nuovamente il “turno”.
Conseguenze per il lavoratore:
Oltre l’ovvia incertezza economica il marittimo messinese riscontra problemi di discontinuità ai fini previdenziali, sanitari e sindacali. Inoltre deve farsi carico dei costi dei corsi di aggiornamento obbligatori periodici previsti dal settore che per legge dovrebbero essere pagati dal datore di lavoro e non ha contezza certa neanche del periodo lavorativo a tempo determinato in quanto la serie di contratti brevi in successione può interrompersi, a facoltà dell’armatore, senza preavviso.
Conseguenze per la sicurezza:
Il continuo avvicendamento di equipaggio su una nave (con particolare riferimento ai mezzi veloci HSC/DSC dove il Ruolo d’Appello è composto da sole 7 persone) rende deficitaria la familiarizzazione con gli impianti di bordo, difficile l’erogazione periodica delle esercitazioni previste dal “Regolamento di Sicurezza” (DPR. 435/91) ed inefficace il compito del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (D.Lgs. 81/08) esponendo a rischio l’incolumità dei passeggeri e degli stessi lavoratori.
Conseguenze per l’Erario:
Lo Stato subisce i costi per il sostegno del reddito (INPS) dei centinaia di marittimi collocati nella “sosta dei 60 giorni” e i costi delle altrettante “visite mediche preventive all’imbarco” obbligatorie (USLAC) effettuate dai marittimi ad ogni movimento contrattuale a spese del Ministero della Salute.
Azioni correttive proposte dall’ Osservatorio:
- In sede di imbarco / sbarco monitorare la quantità di movimenti di marineria effettuati dal marittimo con la stessa compagnia e le relative iscrizioni / cancellazioni dal Collocamento della Gente di Mare.
- In caso di evidenti anomalie richiedere le motivazioni alla Compagnia di Navigazione. Tali dati statistici sono inoltre disponibili nel Ruolo Equipaggio della Nave interessata presso l’ufficio A/S.
- Ripristinare la stesura del verbale di “soddisfo del marittimo” al momento dello sbarco.
- attivare un’inchiesta sull’incalzante e continuo avvicendamento di un equipaggio su una nave e in che percentuale questo avvenga, ai fini di verificarne l’effettiva catena di esercitazioni previste dal “Regolamento di Sicurezza” e l’effettiva costante presenza delle figure a tutela dei lavoratori previste dal D.lgs. 81/08.