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Il sistema dei 78 giorni spiegato facile

Questo sistema è utilizzato in maniera sistematica al fine di celare prestazioni lavorative continuate alle dipendenze dello stesso datore di lavoro, eludendo di fatto, l’applicazione delle norme sul contratto a termine previste dal Codice della navigazione [ Leggi: il problema del comma 3 ] e rendendo impossibili le assunzioni a tempo indeterminato. Il metodo studiato al fine di aggirare il CCNL di categoria e di evitare vincoli di stabilizzazione dei lavoratori marittimi è quello di creare un esercito di precari obbligati a sottoscrivere una serie di contratti di lavoro a breve termine, per un periodo complessivo sempre inferiore ad un anno e successivamente “instradati verso la disoccupazione” a spese dell’INPS (leggasi voi contribuenti) per non meno di due mesi, prima di ricominciare nuovamente il “turno”.

1) L’arruolamento:

Il marittimo viene assunto con un contratto a tempo determinato (convenzione di arruolamento della durata di circa 78 giorni) presso “l’Ufficio Armamento e Spedizioni” della Capitaneria di Porto, alla presenza del Comandante del Porto, dell’Armatore o dei loro legali rappresentanti; Gli ufficiali della Capitaneria controllano altresì che il marittimo sia in possesso di tutte le certificazioni di competenza in corso di validità attestanti il suo ruolo a bordo e del certificato medico di “visita preventiva d’imbarco” che deve essere sostenuta entro le 24/36 ore prima; Terminata la burocrazia il marittimo si reca a bordo per lavorare;

2) La fine del rapporto lavorativo:

Il marittimo svolge il servizio a bordo fino alla scadenza della convenzione, l’ultimo giorno preferibilmente a metà giornata, terminato il servizio, si reca in Capitaneria di Porto, nel medesimo ufficio, dove alla presenza degli stessi attori sopracitati, sbarca dunque per fine contratto;

3) L’iscrizione all’Ufficio Collocamento Gente di Mare:

Il mattino successivo, il marittimo ora disoccupato, ritorna in Capitaneria e si iscrive al “Turno Generale” presso l’Ufficio di Collocamento della Gente di Mare. Grado e numero progressivo di iscrizione al turno vengono annotati sul suo libretto di navigazione;

4) Visita medica preventiva d’imbarco:

Lo stesso giorno o l’indomani, il marittimo riceve una lettera o una e-mail dall’armatore (lo stesso che lo aveva sbarcato il giorno prima per fine contratto), tale missiva è efficace per sottoporsi a “visita medica preventiva d’imbarco” presso il locale Ufficio di Sanità Marittima (USMAF);

5) Le 24 ore da disoccupato:

A fine giornata il marittimo è iscritto al collocamento (quale disoccupato) ma è già in possesso di certificato medico di idoneità all’imbarco recante la compagnia, la nave e la data d’imbarco, cioè l’indomani, anche perchè si deve far finta di essere disoccupati per almeno 24 ore;

6) Una volta si chiamava “il gioco dell’oca”:

Il mattino successivo il marittimo viene convocato in Capitaneria di Porto dove riceve dall’armatore o dal suo rappresentante, il “buono d’Imbarco”, documento che il lavoratore utilizza presso l’Ufficio Collocamento della Gente di Mare per essere cancellato dal Turno Generale (nel quale si era inscritto la mattina precedente) … quindi si torna al punto 1) e ripete dalle 3 alle 4 volte la sequenza fino al raggiungimento del periodo massimo 11 mesi superati i quali la Compagnia decide in maniera arbitraria di collocare il marittimo in SOSTA ( periodo necessario per non far raggiungere mai al marittimo in questione il requisito atto ad ottenere il contratto a tempo indeterminato come disciplinato dall’ Art. 326 del Codice di Navigazione );

7) Se capiti nella sosta stai fermo un turno:

Il marittimo in SOSTA richiede la disoccupazione per 60 giorni o più … terminati i quali, richiamato in servizio, torna al punto 1) e ricomincia il giro.

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